ABBIGLIAMENTO: attrezziarsi con scarpe da ginnastica o scarpe da trekking per le varie visite guidate, in particolar modo sulla Murgia Materana. Possibilmente munirsi di bastone da montagna. Non portare passeggini, ma in caso di presenza di bambini neonati, munirsi di sacche/marsupi.
Modalità per arrivare a Matera:
TRASPORTO DI TERRA: se utilizzate l'automobile, programmate il vostro itinerario attraverso il servizio Google Mappe.
CAMPER: se siete a bordo di un camper e cercate una soluzione per la sosta, vi suggeriamo di sostare sul piazzale Matteotti nei pressi della Stazione Centrale.
AEROPORTO: l'aeroporto più vicino e il nuovo "Karol Woityla" di Bari Palese, a circa 60 chilometri di distanza. Numerose sono le destinazioni, scali nazionali ed internazionali raggiungibili e le compagnie, anche "low cost" che utilizzano lo scalo del capoluogo pugliese.
FERROVIE: gli scali ferroviari Trenitalia più accessibili sono quelli di Bari, Metaponto Scalo e Ferrandina Scalo, da cui occorre poi utilizzare servizi di autolinee per il capoluogo lucano, Matera.
Inoltre, in prossimità della Stazione di Bari Centrale, è possibile prendere un treno delle Ferrovie Appulo Lucane che servono la direttrice Bari - Altamura - Matera.
AUTOLINEE: le varie aziende di autolinea, assicurano i collegamenti tra Matera, le stazioni e le principali località della provincia e dei centri della vicina Puglia.
TAXI: su richiesta
NOLEGGIO AUTO: su richiesta
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE SU MATERA:
Un luogo abitato da sempre, dove è facile ripercorrere la storia dell'Uomo dal paleolitico fino ad oggi, dai villaggi neolitici al vasto tessuto urbano della Civiltà e dei Sassi.
La Gravina, la Murgia e le oltre 120 chiese rupestri con affreschi bizantini fanno di questo posto un habitat unico ed irripetibile, dove l'Uomo ha saputo utilizzare le scarse risorse del territorio senza distruggerlo, ma integrandosi con esso. Alcuni grandi Maestri del cinema hanno ambientato i loro films in questo suggestivo ambiente, che per le sue peculiarità è stato il primo sito al mondo dichiarato dall'UNESCO "paesaggio culturale".
I Sassi sono stati iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1993. Sono stati il primo sito iscritto dell'Italia meridionale. L'iscrizione è stata motivata dal fatto che essi rappresentano un ecosistema urbano straordinario, capace di perpetuare dal più lontano passato preistorico i modi di abitare delle caverne fino alla modernità. I Sassi di Matera costituiscono un esempio eccezionale di accurata utilizzazione nel tempo delle risorse della natura: acqua, suolo, energia.
Inoltre, Matera è stata proclamata il 17 ottobre 2014 “Capitale europea della Cultura 2019”.
“Matera dagli anni ‘50 in poi è stata un importante luogo di sperimentazione, di innovazione, di attrazione di grandi cineasti e artisti. Matera ha fatto grandi sforzi: da vergogna nazionale a prima città del Sud ad essere nominata patrimonio dell’umanità; da città misconosciuta ad una delle principali città d’arte da visitare; è una città che ha messo in atto alcuni importanti interventi di recupero, ma che non ha ancora valorizzato il suo enorme potenziale culturale.
Essere stata proclamata Capitale alla Cultura del 2019 significa aver dotato Matera, la nostra città, di un nuovo e forte impulso ideale per una nuova fase della sua trasformazione. Significa infatti poter pensare a una città che passa da una fase in cui un'opportunità per lo più già colta, quella di rendere fruibile il suo territorio storico, con i suoi contenuti architettonici e culturali e con ampie ricadute turistiche, a una nuova fase in cui da un lato punta ad attrarre stabilmente talenti culturali economici e tecnologici e dall’altra si pone il problema della sostenibilità diffusa di tale progetto.
Matera, cogliendo questa sfida ed avendola vinta, può concretizzare la possibilità di diventare una delle principali città attrattive non solo di turisti ma anche di preziose risorse mobili (talenti, industrie creative) e specializzarsi in settori di servizi ad alto valore aggiunto.”
Storia della Bruna
Il tema, scelto dal Capitolo diocesano, fa riferimento al 19/o passo del Vangelo Secondo Luca e al 750/o anniversario dalla conclusione dei lavori di costruzione della Basilica Cattedrale dedicata ai patroni Maria Santissima della Bruna e Sant'Eustachio. I lavori del tempio, commissionati dal vescovo Andrea, cominciarono tra il 1226 e il 1231 e si conclusero nel 1270. La presentazione dei bozzetti è fissata a dicembre di ogni anno. E' una commissione a valutare il bozzetto vincitore per l'affidamento dell’incarico, in base a un regolamento simile a quello dello scorso anno. L’artista vincitore, per la 631/a edizione della Festa, dovrà presentare il carro a giugno di ogni anno, presso il laboratorio del rione Piccianello. Il regolamento prevede anche una categoria di artisti «non professionali» che non partecipano al concorso di realizzazione del carro, ma rappresentano una opportunità per i giovani di cimentarsi.
Tornando alla storia...nel periodo del Grande Scisma d'Occidente, l'Arcivescovo di Praga Giovanni Jenstein volle istituire la festa della Visitazione nella sua giurisdizione e propose ad Urbano VI (Papa del 1378 al 1389) di estenderla a tutta la Chiesa, per evitare la sua definitiva divisione. Questo Pontefice, che si chiamava Bartolomeo Prignano e che era già stato vescovo della città di Matera, preparò il decreto nel 1389, che però fu promulgato nel 1390 dal suo successore, Bonifacio IX (1389-1404), stabilendo la data della festa al 2 luglio. A seguito di tale evento, anche la Cattedrale di Matera, in origine intitolata alla Madonna di Matera e poi detta anche dell'Episcopio, fu definitivamente dedicata alla Madonna della Bruna, molto venerata in un affresco bizantino dichiarato "privilegiato" nel 1579 con una "breve" del Papa Gregorio XIII. Le origini della festa sono incerte e si perdono nel tempo, divenendo fantasiose leggende. Una di queste favole racconta che una giovane e sconosciuta signora chiese ad un contadino di farla salire sul suo "tràino" per accompagnarla a Matera. Giunta nel Rione Piccianello si trasformò improvvisamente nella statua della Madonna, chiedendo all'incredulo zappatore :"così, su un carro molto ben addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città" e scomparve misteriosamente. Altrettanto inverosimile è la leggenda sulla distruzione del Carro, riferita ad uno sconosciuto assalto saraceno dal quale i materani lo avrebbero strenuamente difeso, distruggendolo loro stessi, pur di non far cadere le sacre immagini nelle mani di questi infedeli. Gli inserimenti profani come il "carro navalis" e la sua violenta distruzione, affiancatisi col tempo all'intimità e solennità religiosa originaria, fanno di questa festa un evento interessante che affonda le sue radici in antichissime rappresentazioni che si tenevano in molti paesi del mediterraneo.
Nell'antico Egitto ed in Grecia si svolgevano vere e proprie sfilate su queste "navi su ruote" in occasioni di feste nuziali ed altro. Anche in Italia l'uso di queste macchine da festa è antichissimo. Durante il Rinascimento, infatti, artisti come Leonardo e Brunelleschi si sono dedicati alla preparazione di questi sorprendenti carri trionfali, con rappresentazioni allegoriche, per celebrare sovrani e mecenati. Anche in Europa nel '600/700 si diffuse l'uso di questi pomposi mezzi sui quali prendevano posto dei musici o degli attori che si esibivano su questi "carrales" (Spagna) ricchi di suggestive scenografie spaziali, ove rappresentavano lavori teatrali, per potersi così facilmente spostare di piazza in piazza, di città in città, con tutta la scena. I carri erano prevalentemente di due tipi: a "vascello" o a "candelone" verticale, riferito al cero votivo, alla torre o al campanile della località. Col tempo questi carri, creati da architetti e realizzati da valenti artigiani, hanno acquistato una raffinata eleganza di forme e volumi tanto da essere utilizzati e voluti dai "potenti" per meglio imprimere la memoria del popolo in particolari e solenni occasioni civili.
L'esposizione di queste scene allegoriche perde via l'aspetto di festa laica e prende sempre più quella di processione e manifestazione religiosa, come corteo storico dedicato al Santo Patrono nelle feste popolari delle nostre contrade. Per il carro trionfale di Matera, che aveva le statue di legno fino alla metà del 1800 e poi sempre di cartapesta, la scena centrale riprodotta sul Carro della Bruna è ogni anno diversa. Essa è sempre stabilita dal Vescovo e rimanda a parabole e vicende del Vangelo. Si aggiudica l'assegnazione della gara il cartapestaio che meglio raffigura la scena prescelta nella bozza di presentazione, al miglior prezzo. La data di consegna del caratteristico manufatto è quella del 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, quando, di sera, il Carro viene benedetto dal Vescovo ed è esposto alla cittadinanza, che può così ammirarlo con attenzione girandogli intorno, nella sua completezza ed integrità. Il 2 luglio il carro ospita nella torretta a "poppa" la statua della Madonna e sfila da Piccianello fino al Duomo, dove, deposta la sacra effigie, si dirige verso la piazza centrale.
La festa può così giungere al suo culmine con lo spontaneo ed incontrollabile "strazzo", verso le ore 22,30, sotto gli occhi incuriositi ed increduli di tutta la città. Insolito ed unico è il rituale della distruzione del Carro Trionfale che ogni anno si ripete, dove ognuno cerca di afferrare una piccola immagine di cartapesta, un frammento, per conservarlo con devozione nella propria casa o nel luogo di lavoro, per mostrarlo con fierezza agli amici. Come dalla morte e dalla decomposizione della materia rinasce nuova vita, così lo smembramento del carro ricorda analoghi riti, che hanno la loro origine nei millenni di storia, dai sumeri agli egizi, rammentando il rinnovamento della vita dopo la morte, del rito sacrificale e del susseguirsi ciclico delle stagioni, le quali, per favorire la nascita di nuove piante e frutti, riesplodono in nuove gemme primaverili, però solo dopo la spoliazione autunnale e dopo la morte apparente dell'inverno.
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